Questa storia non ha coordinate precise, non ha un tempo né uno spazio.
È un taccuino zeppo di appunti e frammenti di un viaggiatore che insegue se stesso in spicchi esotici di cielo, in città deserte e ramificate, nell'intimità forzata dei check-in.
Il suo viaggio è un lento adeguarsi alla condizione di fuggiasco, la proiezione del suo rapporto col mondo e con l'amore, che vuole di volta in volta poter riscrivere.
Succede ogni giorno, nel tragitto di ritorno a casa. Ogni giorno ci aspettiamo di essere da un'altra parte, diversi da ciò che siamo, intrusi perfino nella nostra porzione impercettibile di mondo.
Col pensiero, prima o poi, di essere altrove.