The writer's first work for ten years, on themes linked to the events of September 11: America, Italy, Europe, Islam and ourselves, interspersed with personal memoirs.
A novel written by Oriana Fallaci chronicling her relationship with the attempted assassination of Greek dictator George Papadopoulos. The book is a pseudo-biography about Alexandros Panagoulis written in the form of a novel. Fallaci had an intense romantic relationship with Panagoulis. She uses the novel to put forth her view that Panagoulis was assassinated by a vast conspiracy, a view widely shared by many Greeks.
A pregnant woman who regards motherhood as a responsible, moral choice prepares for her child's birth by remarking upon and examining her ambivalent feelings toward herself, her society, and her unborn child
Pubblicato nel 1963, Gli antipatici torna in libreria nella nuova collana BUR dedicata a tutte le Opere di Oriana Fallaci. Gli antipatici sono quei personaggi destinati a trovarsi sempre sulla bocca di tutti, e dei quali tutto si sa e tutto si dice: "Ovunque si parla di loro, ovunque si discute di loro, delle loro gesta, dei loro amori, delle loro corride, delle loro poesie, dei loro gol, della loro musica, dei loro comizi, dei loro film, dei loro miliardi, della loro miseria, e la loro celebrità è così vasta, così rumorosa, così esasperante che ci ossessiona, ci tormenta, ci soffoca al punto da farci esclamare 'Dio che rompiscatole! Dio che antipatici!'". Inviata de "L'Europeo", agli inizi degli anni Sessanta Oriana Fallaci va a intervistarli: registi da Oscar, poeti premi Nobel, dive di fama planetaria, compositori, scrittrici di alto profilo. Ingrid Bergman, don Jaime de Mora y Aragón, Nilde Iotti, Federico Fellini, Arletty, Baby Pignatari, Catherine Spaak, Gianni Rivera, Afdera Fonda Franchetti, Antonio Ordoñez, Cayetana duchessa d'Alba, Salvatore Quasimodo, Jeanne Moreau, Alfred Hitchcock, Anna Magnani, Porfirio Rubirosa, Natalia Ginzburg, Giancarlo Menotti: in un faccia a faccia implacabile e sottile, ironico e pungente, si trovano alle prese con un magnetofono e una intervistatrice alla quale, ancor più che al mezzo tecnico, nulla sfugge, neppure "uno scintillare di occhi, un agitarsi di mani". Ogni intervista è preceduta da una breve presentazione in cui la Fallaci, con grande senso dello humor e una dote innata per il racconto, esprime il suo giudizio. Come lei stessa scrive, i suoi antipatici sono "quasi sempre simpaticissimi".
Oriana Fallaci a Harag - trilógia második kötetében még tovább megy, ítéletet hoz Európa felett, amely véleménye szerint már nem is Európa, hanem Eurábia, az Iszlám egyik gyarmata.
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