Ai tempi della lottizzazione c'era spazio per Montanelli, Biagi, San toro, Vespa, Fo, Grillo, Feltri, Ferrara, Lerner, Minoli e tanti altri. In tre anni (2001-2004) il governo Berlusconi ha desertificato la tv e assassinato la libera informazione. Neanche gli indici di ascolto sono graditi, anzi diventano una colpa. Questo libro racconta tutte le notizie occultate e le menzogne raccontate agli italiani. Storie grottesche, tragicomiche, incredibili e vergognose di un regime mediatico che condanna i cittadini a non sapere e a non pensare.
Corrompere giudici e testimoni, falsificare bilanci, frodare il fisco. E non essere processati. Sedici anni di leggi prêt-à-porter (1994-2010) ad personam, ma anche ad personas, “ad aziendam”, “ad mafiam” e “ad castam” per pochi potenti illustri. Dai decreti Conso e Biondi dopo Tangentopoli alla Bicamerale (“Il piano di rinascita democratica? Me lo stanno copiando con la bozza Boato”, esultava Licio Gelli). Per continuare con le leggi sul falso in bilancio, le rogatorie, le intercettazioni, con le norme pro Sofri e Dell’Utri, pro Sismi e Telecom, e con i condoni fiscali ed edilizi, con l’indulto del centrosinistra, con i lodi Schifani e Alfano, gli illegittimi impedimenti e il processo breve che fulmina gli scandali Mills, Cirio, Parmalat, Fiorani, Unipol, Calciopoli e le truffe della clinica Santa Rita. Tutti salvi. Sedici anni per tornare a Tangentopoli e a Mafiopoli, cancellando Mani pulite e la Primavera di Palermo, e beatificando Craxi, corrotto e latitante.
“Perché avvelenarci il fegato con queste storie vecchie di oltre vent’anni, con tutti i problemi che abbiamo oggi? La risposta è semplice e agghiacciante: sono storie attuali, come tutti i ricatti che assicurano vita e carriera eterna tanto ai ricattatori quanto ai ricattati. Da ventidue anni uomini delle istituzioni, della politica, delle forze dell’ordine, dei servizi e degli apparati di sicurezza custodiscono gelosamente, anzi omertosamente, i segreti di trattative immonde, condotte con i boss mafiosi le cui mani grondavano del sangue appena versato da Giovanni Falcone, da Francesca Morvillo, da Paolo Borsellino, dagli uomini delle loro scorte, dai tanti cittadini innocenti falciati o deturpati dalle stragi di Palermo, Firenze, Milano e Roma. E su quei segreti e su quei silenzi hanno costruito carriere inossidabili, che durano tutt’oggi... Chi volesse capire perché in Italia tutto sembra cambiare – gattopardescamente – per non cambiare nulla provi a seguire con pazienza il filo di questo racconto. Se, alla fine, avrà saputo e capito qualcosa in più, questo spettacolo e questo libro avranno centrato il loro obiettivo: quello di mettere in fila i fatti per strappare qualche adepto al Ptt, il partito trasversale della trattativa.” Marco Travaglio
Ignorato, cacciato o attaccato dai maggiori mass media del nostro paese, Marco Travaglio si è ugualmente guadagnato la fama di ottimo giornalista, libero e indipendente. Nei suoi articoli e nei suoi libri tiene viva la memoria di un passato che i nostri potenti rimuovono e dimenticano con facilità sospetta, cambiando opinione e posizione con assoluta disinvoltura, nascondendo montagne di scheletri negli armadi, impermeabili al senso del ridicolo. È tenacemente fedele ad alcuni principi elementari del vivere civile - a cominciare dalla difesa della legalità e delle istituzioni e delle forme democratiche. E in Italia questo è già sufficiente per essere bollati come pericolosi estremisti. Di più, Marco Travaglio esibisce il talento di un grande scrittore satirico: la sua rubrica Bananas, apparsa sull'«Unità», è uno scintillante esercizio di invenzioni e di intelligenza, dove la parola - plasmata fino al limite del virtuosismo - diventa un'arma infallibile, ma anche il trampolino per una implacabile critica della realtà. Sulla scia del suo maestro Indro Montanelli e di un altro modello come Fortebraccio, Travaglio è anche un autentico scrittore, un maestro in una delle arti più difficili: far ridere, anche se con una punta di feroce amarezza.
Il regno di Umberto Bossi politico - già barista, fattorino, installatore di antenne, impiegato all'Aci, supplente, infermiere, finto medico, cantante - è durato un ventennio. Come quello di Mussolini, come quello di Berlusconi. Ora che la marcia trionfale che lo ha portato dalla provincia lombarda alla conquista di Roma si è esaurita e un'intera stagione politica si sta chiudendo, è tempo di raccontarne la storia.
BERLUSCONI CONSIDERA MATTEO RENZI IL SUO UNICO EREDE: POPULISTA, BUGIARDO E GATTOPARDESCO. QUANDO BASTA. (Dalla prefazione di Marco Travaglio) – Tutto in dieci anni. Da anonimo segretario fiorentino della Margherita a presidente del Consiglio. Questo libro racconta LA VERA STORIA DI MATTEO RENZI. La storia degli accordi, dei compromessi e di tutto ciò che muove la sua macchina politica. LA STORIA DEI SOLDI, tantissimi soldi, che arrivano dalle fondazioni create ad hoc per autofinanziarsi e dalle società avviate a scopo puramente personalistico. LA STORIA DELL’INTESA PROFONDA CON VERDINI E BERLUSCONI, che passa anche dalla testimonianza inedita di Diego Volpe Pasini, fedelissimo del Cavaliere (“Berlusconi mi chiese di stilare un programma per vincere le elezioni. La conclusione fu che l’unico erede possibile era Renzi”). LA STORIA DELLA FAMIGLIA DEL PREMIER. Del padre Tiziano, indagato per bancarotta fraudolenta. Dello zio Nicola Bovoli, per anni in affari con l’universo berlusconiano, da Publitalia a Fininvest, che nel 1994 riceve la proposta di candidarsi con Forza Italia (“Segnalai io Matteo a Mike Bongiorno per partecipare alla Ruota della fortuna” rivela per la prima volta). LA STORIA DEI FEDELISSIMI DEL PREMIER, tra cui l’amico di sempre, quel Marco Carrai che lo introduce nel circolo dei poteri forti che lo hanno reso un intoccabile. LA STORIA DELLE INDAGINI DELLA CORTE DEI CONTI sulla gestione spericolata della provincia. CON UNA SEZIONE FINALE DI DOCUMENTI pubblicati per la prima volta integralmente, che restituiscono in maniera nitida le alleanze, le trame finanziarie e i lati meno noti di una carriera fulminante.
Così si sceglie la nuova classe politica italiana. Prima nelle residenze del Cavaliere, poi al Parlamento europeo o negli enti locali. Tra escort, ballerine, modelle e tanta musica. Dal vivo. Uno spettacolo come in tv, quella che piace al premier. Con l’aggiunta di personaggi alla Gianpi Tarantini, grande navigatore nel mare della politica truccata a colpi di mazzette e party da jet set, tra cocaina e frequentazioni pericolose. Telefonate su telefonate e testimonianze dirette. A partire da quella di Patrizia D’Addario, la squillo all’ultimo momento esclusa dalle elezioni europee. Questo libro ricostruisce fatti privati che diventano pubblici ed espongono Papi-Silvio a ogni sorta di ricatto, trascinando l’Italia al punto più basso del suo discredito internazionale.
È il bugiardo più sincero che ci sia, è il primo a credere alle proprie menzogne. è questo che lo rende così pericoloso. Non ha nessun pudore. Berlusconi non delude mai: quando ti aspetti che dica una scempiaggine, la dice. Ha l'allergia alla verità, una voluttuaria e voluttuosa propensione alle menzogne. "Chiagne e fotte", dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni. Indro Montanelli, 2001. Un partito di Berlusconi non c'è e non ci sarà mai (13-9-1993) Io odio andare in tv (26-1-2006) I give you the salutation of my president of Republic (5-7-2004) Io sono il Gesù Cristo della politica (13-2-2006) Dimezzerò i reati in una legislatura (4-12-2000) Alla Rai non sposterò nemmeno una pianta (29-3-1994) Ho dato mandato irrevocabile di vendere le mie tv (18-3-1995) Sono un grande estimatore della magistratura (10-10-1995) Nesta al Milan? Impossibile (23-8-2002) Gilardino al Milan? Sarebbe amorale (24-6-2005) Mai fatto affari con la politica (5-1-2006) Il primo a non volere la guerra in Irak è Bush (13-3-2003) Io non ho mai insultato nessuno (10-9-2005) Lei ha una bella faccia da stronza (a una signora che lo contestava, 24-7-2003).
Publié en Italie en février 2001, soit trois mois avant les élections législatives qui ont porté au pouvoir Silvio Berlusconi à la tête d'une coalition réunissant la droite et l'extrême droite italiennes, ce livre d'enquête très documenté a le mérite de réunir des informations parfois déjà connues mais auparavant dispersées, et de livrer au grand jour des témoignages occultés jusque-là par tous les médias. Par-delà son parfum de scandale et son rôle évident à la veille d'un scrutin décisif, il apporte énormément d'éléments concrets permettant de mieux comprendre le " phénomène Berlusconi " - un phénomène qui a montré l'un de ses visages lors de la sauvage répression contre les militants antimondialisation au sommet de Gênes, et dont on s'étonne qu'il n'ait pas suscité, de la part des démocrates européens, les mêmes réactions que la coalition de même type parvenue au pouvoir en Autriche. Vendu en Italie à près d'un demi-million d'exemplaires, ce livre explosif révèle les pratiques financières délictueuses et les collusions avec la mafia de l'entourage de Silvio Berlusconi, nouveau président du Conseil italien qui contrôle désormais, directement ou indirectement, cent pour cent de la télévision de son pays.
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