Galileo Galilei stabilisce i capisaldi della fisica moderna, frutto della matematica combinata con il metodo sperimentale. Abbandona l’autorità dei testi aristotelici e la loro interpretazione, per concentrarsi sulla sperimentazione e sulla riproducibilità degli esperimenti. Al posto dell’osservazione della natura, introduce l’ambiente artificiale del laboratorio dove, in condizioni controllate, compie prove su prove per estrarre dal caos dei fenomeni concetti e formule universali. Nasce così la scoperta che i gravi cadono tutti con la stessa accelerazione, indipendentemente dalla loro massa e natura, uno dei suoi contributi più noti; e poi il concetto di inerzia, un abbozzo del principio di relatività (i cui sviluppi cambieranno la fisica del Novecento), la legge dell’isocronismo delle oscillazioni del pendolo. Galileo applica il metodo scientifico anche all’osservazione dei cieli, dà inizio all’astronomia del telescopio e dedica buona parte della sua vita a combattere i sistemi che ponevano la Terra al centro dell’universo: scontrandosi per questo con la Chiesa cattolica del Seicento e andando incontro alla celebre condanna ritenuta ingiusta solo in epoca recente.
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