This book takes its start from a series of attempts to use Caravaggio’s works for contemporary humanitarian communications. How did his Sleeping Cupid (1608) end up on the island of Lampedusa, at the heart of the Mediterranean migrant crisis? And why was his painting The Seven Works of Mercy (1607) requested for display at a number of humanitarian public events? After critical reflection on these significant transfers of Caravaggio’s work, Francesco Zucconi takes Baroque art as a point of departure to guide readers through some of the most haunting and compelling images of our time. Each chapter analyzes a different form of media and explores a problem that ties together art history and humanitarian communications: from Caravaggio’s attempt to represent life itself as a subject of painting to the way bodies and emotions are presented in NGO campaigns. What emerges from this probing inquiry at the intersection of art theory, media studies and political philosophy is an original critical path in humanitarian visual culture.
Il messaggio di Francesco per costruire un’alleanza tra le generazioni. Un coraggioso appello per rifondare la fiducia nel futuro. Le storie di tante vite incontrano in un racconto corale la luce delle parole semplici e accoglienti del Papa, per generare una nuova apertura al domani. Un progetto universale sui grandi temi dell’esistenza – amore, morte, speranza, lotta, lavoro – per ridare senso ai punti di riferimento smarriti, per orientarsi nell’avventura della vita, per migliorare noi stessi e il mondo che ci circonda, per rispondere a quelle domande che a nessuno avremmo il coraggio di fare, se non al Papa. Durante le sue preghiere Papa Francesco ha ricevuto un’ispirazione: illuminare il ruolo fondamentale svolto dai nonni e dagli anziani nelle nostre vite. Sempre più spesso ha preso a parlare della necessità che il mondo presti loro maggiore attenzione e ha espresso il desiderio di un libro per dare voce alla preziosa saggezza che è in grado di offrire alle nuove generazioni la comprensione e i consigli di cui hanno bisogno. Se infatti ci sono domande che non trovano risposta, il solo fatto di porle, di affrontarle insieme dona sollievo. Specialmente se si tratta delle parole confortanti di Papa Francesco. Come reagire a un fallimento? Come sentirsi amati da Dio anche quando ci si reputa incapaci di amare? Come recuperare slancio quando tutto intorno a noi sembra crollare? Da dove attingere la forza per lottare e realizzare i propri sogni? Come superare una grave perdita? Come ritrovare la pace anche di fronte a tragedie inimmaginabili? Il Papa condivide con generosità la sua esperienza di vita mescolandola a quella di tanti nonni, genitori e adulti che hanno conosciuto gioie e dolori, ferite e cambiamenti con i quali ciascuno di noi si trova a fare i conti nel corso dell’esistenza. «Che cosa chiedo agli anziani? Noi, nonni e nonne, dobbiamo formare un coro. Io vedo noi anziani come un coro permanente di un grande santuario spirituale, dove la preghiera di supplica e il canto di lode sostengono la comunità che lavora e lotta nel “campo” della vita. Ma chiedo loro anche di agire! Di avere il coraggio di contrastare in ogni modo la “cultura dello scarto” che ci viene imposta. E che cosa chiedo ai giovani? Chiedo ascolto, vicinanza agli anziani; chiedo di non mandare in pensione la loro esistenza nel “quietismo burocratico” in cui li confinano tante proposte prive di speranza e di eroismo. Chiedo uno sguardo alle stelle, quel sano spirito di utopia che porta a raccogliere le energie per un mondo migliore.»
La prima intervista a un papa risale al 1892 con Leone XIII. Ma poi passano più di settant’anni prima che se ne registri un’altra, nel 1965 a Paolo VI. E proprio con Giovanni Battista Montini, primo pontefice a viaggiare in tutto il mondo, cominciano durante i voli papali anche gli incontri con i giornalisti. Continuate dai suoi successori, conferenze stampa e interviste sono divenute con Jorge Mario Bergoglio un nuovo efficacissimo modo di comunicare, in un linguaggio che tutti capiscano. In questo libro sono raccolte tutte le conferenze stampa e le interviste di papa Francesco.
Sfogliando le pagine di quel prezioso libro che è la vita, Papa Francesco ci conduce lungo un sentiero fatto di emozioni, di gioie e di dolori: una finestra sul passato che ci permetterà di conoscere meglio il nostro presente. "Non va dimenticata la lezione più importante: possiamo rileggere la storia della nostra vita per fare memoria e poter trasmettere qualcosa a chi ci ascolta. Per imparare a vivere, però, tutti noi, dobbiamo imparare ad amare."FRANCESCO Nel raccontare qui per la prima volta la storia della sua vita, ripercorsa attraverso gli eventi che hanno segnato l’umanità negli ultimi ottant’anni, Papa Francesco condivide le origini di quelle idee che in molti considerano audaci e che contraddistinguono il suo pontificato: dalle coraggiose dichiarazioni contro la povertà e la distruzione ambientale, alle dirette esortazioni ai leader mondiali affinché traccino una rotta diversa su temi come il dialogo tra i popoli, la corsa agli armamenti, la lotta alle diseguaglianze. Dallo scoppio della Seconda guerra mondiale nel 1939 – quando il futuro Pontefice aveva quasi tre anni – fino ai giorni nostri, Jorge Mario Bergoglio prende per mano le lettrici e i lettori accompagnandoli con i suoi ricordi lungo un viaggio straordinario attraverso i decenni. La voce del Papa, con le sue personalissime memorie, si alterna a quella di un narratore che in ogni capitolo ricostruisce lo scenario storico in cui si inseriscono. Nelle parole del Pontefice: "LIFE vede la luce perché, soprattutto i più giovani, possano ascoltare la voce di un anziano e riflettere su ciò che ha vissuto il nostro pianeta, per non ripetere più gli errori del passato. Pensiamo, ad esempio, alle guerre che hanno flagellato e che flagellano il mondo. Pensiamo ai genocidi, alle persecuzioni, all’odio tra fratelli e sorelle di diverse religioni! Quanto dolore! Giunti a una certa età è importante, anche per noi stessi, riaprire il libro dei ricordi e fare memoria: per imparare guardando indietro nel tempo, per ritrovare le cose non buone, quelle tossiche che abbiamo vissuto insieme ai peccati commessi, ma anche per rivivere tutto ciò che di buono Dio ci ha mandato. È un esercizio di discernimento che dovremmo fare tutti quanti, prima che sia troppo tardi!".
L'umanità sta vivendo un periodo di profondi cambiamenti, un periodo di vera e propria crisi globale - educativa, economica, ecologica, morale - che coinvolge "tutto un modo di intendere la realtà e di intendere noi stessi." Di fronte al "senso di sradicamento e di abbandono" che sperimentiamo sulla nostra pelle bisogna essere forti e "non perdere la speranza". È questo il messaggio che papa Francesco consegna al lettore attraverso le meditazioni qui raccolte perché, giorno dopo giorno, ci accompagnino per un intero anno.Sono frammenti presi dai suoi scritti e dai suoi pensieri, parole semplici che vengono dal cuore del papa e parlano al cuore degli uomini: invitano a recuperare il senso della gratuità, del rispetto per l'altro, della solidarietà; a "tendere le mani di fronte al dolore e alla povertà", a "inchinarsi ai bisogni dell'altro", a superare le divisioni, a non cedere alle tentazioni del "facilismo" che rende deboli, a dare la priorità all'amore sulla ragione senza voltare le spalle alla verità, ad avere il coraggio di piangere. Non grandi rivelazioni o frasi a effetto, ma le parole del pastore che parla al suo gregge con la tenerezza di un padre: quella stessa tenerezza che Dio ha verso tutti i suoi figli.
La fratellanza è stata il primo auspicio di Francesco fin da quando, all’inizio del suo Pontificato, ha espresso un desiderio: «Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza». Proprio questa aspirazione, che pone al centro della sua terza Enciclica, gli appare oggi l’unica via d’uscita dal dramma della solitudine dell’uomo consumatore e spettatore, chiuso nel suo individualismo e nella passività. Per questo rivolge a tutti un messaggio «affinché, di fronte a diversi modi attuali di eliminare o ignorare gli altri, siamo in grado di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole». In un testo articolato e ricco di suggestioni, frutto anche dell’elaborazione del trauma della pandemia, il Papa pone l’accento su alcune tendenze che ostacolano questa svolta: le distanze sociali che sembrano aumentare mentre rallenta, se non addirittura regredisce, il percorso verso un mondo più giusto; i nuovi conflitti e le forme di nazionalismo emergenti, la politica che si riduce a marketing, il prevalere della cultura dello scarto e il paradosso per cui una migliore comunicazione finisce per alimentare chiusura e intolleranza. A queste ferite del nostro tempo Francesco oppone percorsi di speranza che parlano di un’aspirazione alla pienezza, di ciò che riempie il cuore e solleva lo spirito. Al di là delle scelte individuali, le riflessioni del Pontefice si estendono al piano politico, ai rapporti e ai conflitti tra Stati, prospettando un concreto progetto di trasformazione della storia. Un appello di portata universale volto a far sì «che la riflessione si apra al dialogo con tutte le persone di buona volontà». Una voce di cui abbiamo profondamente bisogno, perché – scrive Antonio Spadaro nell’introduzione – «la fratellanza salva il tempo della politica, della mediazione, dell’incontro, della costruzione della società civile, della cura».
Papa Francesco ha inaugurato un modo diverso di vivere il pontificato rinnovando intensamente anche il rapporto di ognuno di noi con la fede. Una rivoluzione iniziata durante il suo arcivescovato in Argentina, che possiamo cogliere appieno in questo volume in cui sono raccolte tutte le omelie e i discorsi pronunciati dal 1999 al 2013, fino all'ultima, profetica omelia preparata prima di partire per il Conclave. "Leggere queste pagine" scrive padre Antonio Spadaro nell'introduzione "è come entrare nella 'camera oscura' di Papa Francesco. E questo laboratorio fotografico serve a capire meglio, a comprendere la stagione ecclesiale che stiamo vivendo." Un patrimonio di parole a testimoniare un'esperienza viva a contatto col popolo di Dio, ma che fornisce anche il retroterra utile per comprendere "da dove viene" la straordinaria capacità che ha Francesco di parlare ai fedeli, fin dalla prima volta, quando dalla loggia di San Pietro salutò le persone lì raccolte con quell'indimenticabile: "Fratelli e sorelle, buonasera...". Nelle parole che Bergoglio, anno dopo anno, rivolge agli argentini ritroviamo lo spirito e l'atteggiamento del pastore della Chiesa universale che esorta a uscire, ad andare "nelle periferie" dove "c'è sangue sparso, cecità desiderosa di vedere", a "risanare ferite" e "riportare a casa quelli che vagano dispersi". E incontriamo il Papa che quando predica, come dice nell'illuminante conversazione inedita che apre questo libro, ha bisogno di "avere un contatto", di "guardare gli occhi". E di ascoltare. Perché "se non si ascolta la gente come si fa a predicare?".
This will help us customize your experience to showcase the most relevant content to your age group
Please select from below
Login
Not registered?
Sign up
Already registered?
Success – Your message will goes here
We'd love to hear from you!
Thank you for visiting our website. Would you like to provide feedback on how we could improve your experience?
This site does not use any third party cookies with one exception — it uses cookies from Google to deliver its services and to analyze traffic.Learn More.